FOIA: Le analisi internazionali sulla proposta di legge presentate oggi alla Camera

Ecco le review presentate oggi alla Camera da FOIA4Italy e realizzate da Toby Mendel (Centre for Law and Democracy), Helen Darbishire (Access Info Europe) e Ben Worthy del (Birbeck College dell’Università di Londra). Ringraziamo Davide Fezzardi per le traduzioni.

Review Toby Mendel (pdf):                en    it

Review Ben Worthy (pdf):                  en    it

Review Helen Darbishire (xls):         en

 

 

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Presentazione delle review internazionali sul disegno di legge per un FOIA italiano


 13:00Giovedì 29 Ottobre

Sala Conferenze Stampa della Camera dei Deputati (Via della Missione 4, Roma)

con
On. Anna Ascani (PD)
Ernesto Belisario (Foia4Italy)
introduce
Guido Romeo (Foia4Italy)

Con l’approvazione della riforma della Pubblica Amministrazione lo scorso Agosto, il Governo Renzi ha ricevuto dal Parlamento il mandato di scrivere entro sei mesi un decreto che regoli l’accesso da parte dei cittadini ai documenti, alle informazioni e ai dati in mano alle Pubbliche Amministrazioni. Si tratta di una misura essenziale che la maggioranza delle democrazie avanzate possiede già da anni e che potrebbe garantire un’amministrazione più trasparente, un miglior contrasto della corruzione e un’economia più competitiva.

Mancano poco più di 100 giorni alla scadenza del mandato e ancora il Governo non ha dato alcuna indicazione su come intende tutelare questo diritto e quali saranno le disposizioni del tanto atteso Freedom Of Information Act. Eppure è un tema che tocca ogni cittadino, come dimostra la partecipazione alla nostra petizione che ha superato le 41.000 adesioni,

Al momento l’unico in materia di diritto di accesso depositato alla Camera è il disegno di legge 3042  firmato dall’On. Anna Ascani e depositato alla Camera lo scorso Aprile.

Noi di FOIA4Italy abbiamo, dunque, deciso di coinvolgere tre dei massimi esperti al mondo in materia di diritto di accesso e abbiamo chiesto loro di valutare l’efficacia di questo testo e il rispetto degli standard internazionali.

I contributi presentati sono ad opera di:

  • Toby Mendel: Chair di FOIAnet, network internazionale di attivisti del diritto di accesso, ed Executive Director del Centre for Law and Democracy;
  • Helen Darbishire: Executive Director di Access Info Europe;
  • Ben Worthy: docente della University of London, esperto di open data e trasparenza.

Domani alle 13:00, Ernesto Belisario, avvocato esperto di open government, presenterà ad Anna Ascani le tre review internazionali del suo testo.

Le review analizzano se questa legge rispetti gli standard internazionali e valutano se l’Italia sarà in grado di migliorare la sua posizione disastrosa nelle classifiche sul diritto di accesso.

La conferenza stampa sarà anche trasmessa via streaming all’indirizzo
http://webtv.camera.it/conferenze_stampa

Per ulteriori informazioni:
info@foia4italy.it
Guido Romeo: 349 41 54 010
Claudio Cesarano: 338 23 34 933

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Riforma della PA: il Foia ancora non è legge

foiaslide

Chiariamolo subito: in Italia il Foia non è legge.

In seguito all’approvazione della riforma della Pubblica Amministrazione lo scorso 4 agosto con il testo “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” molte fonti, sia a livello governativo che parlamentare e giornalistico hanno rilanciato slide come questa, che aprono un pericoloso malinteso perché lasciano intendere che la nuova legge per l’informazione al centro della campagna Foia4Italy è già approvata dal Parlamento italiano.

Purtroppo non è così e perfortuna in molti si sono affrettati a segnalarlo. Da OpenPolis a Diritto Di Sapere (entrambi parte della campagna F4I).

Chiarito questo, possiamo dire che cosa manca perché la delega al governo per fare una legge entro sei mesi dall’entrata in vigore della riforma porti davvero al Foia italiano, o meglio alla nuova legge sull’accesso all’informazione come dovremo imparare a chiamarla.

Tra i punti a favore c’è sicuramente l’articolo 7, inserito grazie all’emendamento Ascani-Coppola, che fissa alcuni principi cardine di un FOIA. Innanzitutto è affermato il diritto di accesso per tutti, indipendentemente dall’interesse del richiedente: non importa, dunque, se la richiesta di accesso ai rendiconti di un Ministero o di un Comune arriva da un giornalista che scrive un’inchiesta o da un cittadino zelante. Inoltre, il ddl prevede che l’accesso sia possibile anche per via telematica e che siano fissate “sanzioni a carico delle amministrazioni che non ottemperano alle disposizioni normative in materia di accesso”.

Un altro punto a favore sono gli impegni pubblici sia del Primo ministro Matteo Renzi che del ministro Marianna Madia a dare all’Italia un vero Foia che potrebbe arrivare entro la primavera 2016, praticamente a un anno da quando l’On. Anna Ascani ha presentato la prima bozza recepita dagli uffici legislativi della maggioranza e visibile sul sito dell’Intergruppo parlamentare per l’Innovazione.

Il testo, già depositato alla Camera a firma di Ascani (PD), è realizzato a partire da quello proposto dalla coalizione FOIA4Italy.

 


 

I rischi che però tutto evapori in una bolla di sapone però ci sono. Sarà il decreto attuativo (o i decreti attuativi) a definire il futuro del diritto di informazione in Italia. Un decreto che, se ben scritto e applicato, potrebbe rappresentare uno strumento rivoluzionario nella lotta alla corruzione e garantire una reale trasparenza nei rapporti tra Stato e cittadino.

Difendere quelli che abbiamo individuato come i 10 punti irrinunciabili per un FOIA diventa adesso essenziale.

Firma la petizione per chiedere subito al Presidente del Consiglio Renzi un FOIA come garanzia di reale trasparenza e strumento nella lotta alla corruzione.

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FOIA ovvero la trasparenza come antidoto contro la corruzione

La trasparenza è l’antidoto più potente contro la corruzione. Ecco perché ci vuole un Freedom of Information Act anche in Italia, e ci vuole subito. Il video di Transparency International Italia per Foia4Italy.

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Ma il FOIA cos’è?

Cos’è il FOIA?

La sigla sta per “Freedom of Information Act” ed è un provvedimento che renderebbe più democratico il nostro Paese.

Permetterebbe infatti a tutti di accedere agli atti della pubblica amministrazione senza le tante restrizioni di oggi. Permetterebbe ai cittadini di sapere, di partecipare, di decidere.

E se non molliamo, presto l’avremo anche noi in Italia.

La coalizione Foia4Italy, di cui fa parte Riparte il futuro, è un progetto nato dalla società civile, attiva da anni su trasparenza, libertà di informazione, accesso ai dati per ottenere, anche in Italia, questi strumenti per controllare l’operato dell’amministrazione e snellire il suo lavoro.

Guarda e condividi questo video in cui Guido Romeo di Foia4Italy spiega cos’è il FOIA e perché dobbiamo lottare per averlo.

Entra in azione per questa battaglia.

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Istituto Bruno Leoni: ecco come migliorare il testo di Foia italiano

“Il Freedom Of Information Act è uno degli strumenti più importanti di cui i cittadini di moltissimi Paesi del mondo dispongono per esigere trasparenza dal proprio governo” riconosce subito Giacomo Lev Mannheimer, fellow dell’Istituto Bruno Leoni, il think-tank intitolato al grande filosofo torinese che ha per missione la promozione della libertà individuale. Mannheimer ha studiato attentamente le fondamenta del Foia riassumendole in un bel paper disponibile anche sul sito dell’Ibl.

Il lavoro di Mannheimer fa un aperto endorsement al testo partorito da Foia4Italy che è stato ripreso e modificato degli uffici legislativi del PD (il testo modificato è stato depositato all Camera come PDL 3042 ed è anche disponibile sul sito dell’intergruppo innovazione di cui fanno parte anche esponenti di Scelta Civica, Ncd, M5S e Forza Italia) ed è appoggiato anche da parti consistenti dell’opposizione.

Ma la parte più importante del lavoro dello studioso non tanto è l’endorsement quanto le sue critiche. Il Foia potrebbe, infatti, far parte della riforma della Pubblica Amministrazione ed è importante per noi raccogliere più osservazioni possibili su come migliorarlo.

Mannheimer ha ben colto le parti innovative del testo quando sottolinea che: “I limiti individuati dalla proposta di legge all’ostensibilità degli atti, dunque, non si concretizzano in clausole generali, facilmente strumentalizzabili da parte della PA, bensì in casi maggiormente specifici e tassativi, conformi alle best practices delle legislazioni più evolute in materia di libertà di informazione. Ancor più determinante è il fatto che a dover motivare l’eventuale diniego all’accesso è sempre l’amministrazione”.

Ma se ammette che: “La proposta da FOIA4Italy (…) costituirebbe certamente una rivoluzione copernicana”, ha ben chiaro un suo punto debole.

“La proposta prevede un obbligo di motivazione in capo alla PA in caso di rifiuto espresso, ma non dispone sanzione alcuna in caso di silenzio dell’amministrazione. A ciò bisognerebbe porre rimedio, in quanto si tratta del più classico degli escamo- tages per ritardare o comunque disincentivare l’assunzione di reali responsabilità all’interno degli enti interessati. A ben vedere, infatti, un protratto silenzio da parte dell’amministrazione potrebbe finire per imporre un nuovo rovesciamento dell’onere della prova in capo al cittadino: il che è proprio ciò che il FOIA si propone di superare. Il rimedio contenuto nell’articolo 5, comma 2, della bozza, cioè il ricorso all’Autorità Nazionale Anticorruzione, sanziona infatti il diniego, ma non il silenzio di per sé. Quest’ultimo, se carente di motivazione, dovrebbe al contrario costituire una violazione a se stante.
Per altro verso, il FOIA proposto non abrogherebbe la disciplina prevista dal D.lgs. 33/2013 (che, come accennato, contiene specifici obblighi di trasparenza e pubblicazione di atti organizzativi, incarichi, bandi, bilanci, ecc. a carico delle amministrazioni). A ben vedere, infatti, i due sarebbero complementari: il FOIA riguarderebbe, cioè, soprattutto atti amministra- tivi particolari, laddove il D.lgs. 33/2013 risultasse inapplicabile o carente, intervenendo ex post, cioè su situazioni “patologiche” di mancata trasparenza amministrativa”.

Siamo molto grati a Mannheimer per le sue osservazioni di cui ci faremo portatori nella discussione sul testo e invitiamo tutti coloro interessati a migliorarlo a contribuire scrivendoci a info [at] foia4italy.it.

 

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#Foia4Italy nella riforma della PA: “Primo importante passo. Ora occhi aperti fino al risultato finale”

Scatto in avanti per il Freedom of Information Act in Italia. La commissione Affari Costituzionali della Camera ha infatti approvato all’unanimità l’emendamento al ddl Madia, presentato da due deputati Pd, Anna Ascani e Paolo Coppola, che dovrebbe rendere accessibili gli archivi della pubblica amministrazione al pubblico e portare con il FOIA il diritto per ogni cittadino ad accedere, anche via web, ai documenti della PA.

“Occhi aperti, ma si tratta di un primo, importante risultato”, dicono i promotori di FOIA4Italy, progetto nato dalla società civile italiana, attiva da anni su trasparenza, libertà di informazione, accesso ai dati. Lo scopo, sostenuto da una petizione firmata on line da oltre 21mila cittadini è ottenere, anche in Italia, strumenti già disponibili in molti altri Paesi per controllare l’operato dell’amministrazione e snellire il suo lavoro. Vogliamo norme sulla trasparenza moderne, di larga applicazione e facilmente utilizzabili dai cittadini. E questo e’ certamente un primo passo in questa direzione”.

“Ora la palla passa dal Parlamento al Governo che è chiamato ad approvare un “vero” FOIA”, concludono i promotori. “E per noi il vero FOIA è quello che rispetta i nostri dieci punti. Anche per questo rilanciamo la nostra campagna”. 

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Entro il 2015 l’Italia sarà finalmente dotata di un FOIA?

Dopo quasi un anno di mobilitazione, la svolta: al Festival del giornalismo appena conclusosi a Perugia l’onorevole Anna Ascani, componente dell’Intergruppo Innovazione della Camera, ha annunciato che il FOIA, il Freedom of Information Act che 30 associazioni e oltre 9mila cittadini stanno chiedendo a gran voce, sarà inserito nella riforma della Pubblica amministrazione che verrà approvata entro l’anno su precisa indicazione del ministro Marianna Madia.

Ciò vuol dire che se l’impegno della ministra e dei parlamentari verrà mantenuto, entro il 2015 l’Italia sarà finalmente dotata di un FOIA. 

Non solo: il punto di partenza sarà proprio il testo proposto da FOIA4Italy, la coalizione di cui fa parte anche Riparte il futuro, che da giugno scorso ha preso sul serio il presidente del Consiglio Matteo Renzi e gli sta ricordando la sua promessa di dotare anche il nostro Paese di quella legge sulla trasparenza presente in moltissime altre nazioni e ancora inspiegabilmente assente da noi.

“Si dice che la differenza tra un sogno e un obiettivo sia l’esistenza di una scadenza”, scrive Ernesto Belisario, avvocato, docente di diritto amministrativo e delle tecnologie e anima di Foia4Italy. “E allora si può affermare che il FOIA italiano, una legge sulla trasparenza evoluta e moderna, da oggi finisce di essere un sogno e diventa un traguardo”, spiega ancora.

Un risultato importante, un primo passo raggiunto grazie alla società civile e alla mobilitazione di quasi 9mila cittadini che su Riparte il futuro stanno chiedendo questo cambiamento. “Con metodo aperto ed inclusivo, la proposta è stata discussa in rete e consegnata ai parlamentari dell’Integruppo innovazione a cui abbiamo chiesto di mantenere 10 punti fondamentali e irrinunciabili“, prosegue Ernesto Belisario.

Possiamo dichiarare vittoria? Non ancora. Anzi: incassiamo il risultato e rilanciamo. Il nostro impegno è ora ancora più importante: dobbiamo fare in modo che l’attenzione dell’opinione pubblica per il FOIA resti alta. Solo così saremo certi che la norma verrà approvata il prima possibile e che il testo sia efficace come chiesto dalla società civile.

E neanche allora potremo rilassarci: solo con la nostra pressione, con la pressione di tutti, potremo fare in modo che la legge sulla trasparenza venga poi effettivamente applicata.

Questo vorrà dire per i cittadini avere la possibilità di conoscere, ad esempio, se le scuole della loro zona sono agibili. Di cosa si muore in una determinata area d’Italia, quali sono gli ospedali migliori e quali i peggiori. Vi ricordate gli esodati della legge Fornero? Chi è in quel limbo sa bene cosa vuol dire essere senza più un lavoro ma senza ancora una pensione. Ma l’opinione pubblica non ha mai potuto sapere quanti davvero siano i cittadini in questa situazione. Ecco: con il FOIA sarebbe possibile. Così come sarebbe finalmente possibile costruire una banca dati sui casi di corruzione, e combattere con la trasparenza le tentazioni di chi trae vantaggio dall’opacità per lucrare ai danni dei cittadini onesti.

Siete pronti a non mollare la presa? Firmate e condividete. Portate il maggior numero di persone possibili in questa battaglia di civiltà.
www.riparteilfuturo.it/foia4italy

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Il FOIA italiano è più vicino

Creare il primo Foia italiano richiede ancora parecchio lavoro, ma non è una sfida impossibile. È con questo sentimento che siamo usciti dall’incontro di ieri con i parlamentari dell’intergruppo innovazione che comprende 70 deputati e senatori di tutti gli schieramenti.

I membri dell’intergruppo hanno voluto confrontarsi con noi per due ore sul testo proposto da Foia4Italy nonostante la giornata campale per la politica italiana tra voti sul milleproroghe e aggiornamenti sulla crisi in Libia.

Intorno al tavolo c’erano Paolo Coppola, Anna Ascani, Lorenzo Basso e Pippo Civati, tutti eletti PD, ma non sono mancati i messaggi di interesse e richieste di informazioni da rappresentanti di Scelta Civica, dei M5S e del gruppo Misto.

Per Foia4Italy presenti Federico Anghelè, di Riparte il Futuro, Ernesto Belisario, primo “istigatore” di Foia4Italy, Ugo Bonelli per Stati Generali dell’Innovazione, Fernanda Faini del Circolo giuristi telematici, Giuseppe Iacono di Istituto Open Data, Guido Romeo presidente di Diritto Di Sapere, Francesco Russo, presidente di Rena, Damiano Sabuzi per Action Aid e Guido Scorza, fondatore di Open Media Coalition.

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Il Freedom of Information Act per l’Italia: lo chiedono 30 associazioni della società civile

Il premier Matteo Renzi l’aveva promesso nel suo discorso di insediamento al governo il 24 febbraio scorso: «…non semplicemente il Freedom of Information Act, ma un meccanismo di rivoluzione nel rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione tale per cui il cittadino può verificare giorno dopo giorno ogni gesto che fa il proprio rappresentante».

Le 30 organizzazioni della società civile riunite nel progetto Foia4Italy hanno preso il primo ministro in parola e hanno redatto una proposta di legge che domani, mercoledì 18 alle 11.00, sarà presentata a ai parlamentari di tutti gli schieramenti in un incontro alla Camera (14.30 – Associazione Stampa Romana e in HangOut seguendo @foia4italy Sala Paola Angelici, 1° piano – Piazza della Torretta 36, Roma).

La proposta presentata integra i suggerimenti raccolti durante la consultazione aperta e online lanciata nell’autunno del 2014 è pensata per espandere l’attuale regolamentazione sull’accesso civico (legge 33/2013) e sull’accesso agli atti (legge 241/1991) in maniera fortemente innovativa e finalmente al passo con i nuovi strumenti digitali e la normativa internazionale in materia di trasparenza.

Tra i punti più importanti, l’articolo 5 che ribalta il rapporto tra istituzioni e cittadini a favore di quest’ultimo. Non è infatti più il cittadino a dover dimostrare il proprio interesse a conoscere un determinato dato o documento (il cosiddetto “need to know”), ma è l’amministrazione – se intende negare l’accesso all’informazione o al documento – a dover provare l’esistenza di ragioni (previste per legge) che impediscano di soddisfare la richiesta del cittadino (“right to know”).

Nel corso della conferenza stampa sarano illustrati i punti centrali della proposta, l’abbattimento dei costi che potrà generare e le prossime iniziative della campagna di Foia4Italy.

Per informazioni e live-tweeting @foia4italy

Angela Gennaro – Riparte il Futuro
angela@riparteilfuturo.it
@angelagennaro

Guido Romeo – Diritto Di Sapere
guido@dirittodisapere.it
@dirittodisapere
@guidoromeo

 

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